Da Perkins a Volkswagen passando per l’EPA : un “Risiko” lungo 70 anni per il primato mondiale di auto Diesel (Prima Parte)

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Da Perkins a Volkswagen passando per l’EPA : un “Risiko” lungo 70 anni per il primato mondiale di auto Diesel (Prima Parte)

Lo scandalo (ancora in corso) delle emissioni truccate da Volkswagen negli Usa fa scalpore sia per le procedure sin qui rimbalzate dai Media sia per il nome implicato : Volkswagen infatti, oltre ad essere il Costruttore che da circa 20 anni naviga ai primi posti per produzione mondiale di auto battendosela alternativamente con General Motors e Toyota, è anche tra i maggiori costruttori in campo di motori Diesel per auto. Un mercato che, nonostante la scoperta di Rudolf Diesel sia ultracentenaria, si è sviluppato in tempi relativamente più recenti rispetto alla motorizzazione di massa.
Infatti non fa testo, con rispetto parlando, che la prima automobile Diesel di serie del mondo sia nata già nel 1936 (Mercedes 260 D). Il Gasolio è comparso molto tardi sulle auto ed i motori a benzina (a quattro e a due tempi) hanno soddisfatto la quasi totalità di domanda mondiale di auto per almeno 15 anni, dopo la fine della Guerra, soprattutto grazie al contributo del carburatore. Mentre il Diesel a causa delle sue caratteristiche “indigeste” (rumore, lentezza e fumosità) non trovava senso in una produzione ad uso privato; le sue qualità tipiche (tanta coppia a bassi regimi, robustezza, semplicità costruttiva e funzionalità con Carburante di bassa qualità e costo rispetto alla benzina) ne facilitarono lo sviluppo nella produzione di Truck, furgoni, trattori e mezzi da Cantiere. Proprio il tipo di Veicoli più richiesti nel tempo della ricostruzione e della ripresa del trasporto merci.

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In questo contesto la prima Azienda che per volumi produttivi ha fatto da riferimento mondiale fino alla metà degli anni Sessanta è stata la inglese Perkins. Nata nel 1932, brevettò una architettura motoristica decisamente più snella e più dinamica per potenza e regime di rotazione rispetto alla concorrenza del tempo.
Oltre alla produzione per Trasporto pesante, mezzi agricoli e da Cantiere (oggi è parte della Caterpillar americana), ed infine per generatori elettrici, Perkins con i suoi motori “piccoli” sviluppò una posizione di Leadership sul mercato dei “Light Vans” e dei mezzi speciali come ad esempio le prime versioni “CJ” (Civilian Jeep) della Willys e con piccoli Marchi come la Nash, negli USA. Dagli anni Sessanta equipaggiò anche una buona parte delle auto a Gasolio prodotte in Inghilterra e, attraverso una filiale a Como, in Italia, persino alcune prime Alfa Romeo (perché i motori Diesel per auto della italiana VM di Cento (Ferrara) apparirono solo nel 1980).

Tuttavia i suoi numeri nel comparto Auto stradali cominciarono progressivamente ad impallidire di fronte all’avanzata di un nuovo Leader mondiale, la Peugeot. Che persa l’occasione del primato mondiale “storico” nella produzione di Auto Diesel (come ricordato la prima Diesel di serie fu Mercedes nel 1936, ma Peugeot affrontava lo sviluppo di una sua auto Diesel già da 1934) si trovò a cavalcare la prima ondata di richiesta mondiale. Era l’inizio degli anni Settanta : la crisi energetica mise ai primi posti delle valutazioni degli automobilisti concetti come consumo, prezzo carburante, ammortamento. Tutti videro nel Gasolio una soluzione al controllo dei consumi e sempre più auto dotate di questo motore cominciarono a crescere in Gamma. Molti Costruttori Europei (in America le prime leggi anti – pollution sconsigliavano decisamente il proliferare del Gasolio sulle Auto) cominciavano a popolare la loro Gamma : Mercedes Benz, Opel, Renault molto prolifiche. Ma su tutti un solo Marchio si ritaglia il ruolo di Leader in quegli anni : proprio la Peugeot, che all’epoca era inarrivabile. La sua Gamma andava dal più piccolo Diesel di 1.300 cc fino alle classiche versioni oltre 2 Litri. E la Casa del Leone si dimostrò Leader anche nelle Joint Ventures e nell’equipaggiamento di altri Marchi : motorizzazioni Peugeot furono montate ad esempio sulle Ford “Granada” e “Sierra” ma attraverso un Consorzio con Volvo e Renault anche altri marchi.

(Segue alla Seconda Parte)

Riccardo Bellumori

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