1990, Edi e la Cagiva. Quando su Dakar sventolò il tricolore

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1990, Edi e la Cagiva. Quando su Dakar sventolò il tricolore

Il nostro amico Alessandro Broglia – accompagnato anche dai colori di “Veicoli” - sta affrontando una avventura,  che abbiamo avuto e avremo l’onore e la gioia di raccontare su questo Blog,  lungo le piste della storica “Paris Dakar” che per quasi 30 anni ha salutato l’anno nuovo che veniva facendo partire centinaia di equipaggi alla conquista del Deserto più terribile.

La storia di questo Rally Raid, forse il primo di una famiglia che poi nel tempo si è sempre più affollata, non si può raccontare in poche righe. Ma nel corso delle sue decine di edizioni in territorio euro-africano, una in particolare credo rimanga storica e importantissima per i colori italiani. E’ l’edizioni 1990.

Dopo 11 Edizioni vinte rispettivamente cinque volte da Honda, quattro da BMW, e due da Yamaha, finalmente una moto italiana si iscrive per la prima di due volte (fino ad ora) nell’Albo d’Oro: è la Cagiva, che con con la poderosa “Elefant Ducati” Lucky Strike domina il deserto con alla guida un Campione nazionale. Edi Orioli.

Con questa vittoria la Cagiva realizza un sogno inseguito da ben cinque anni prima, quando iscrisse per la prima volta le “Elefant Ducati 750″ ancora troppo innovative e giovani per poter sfidare la solidità di BMW e marchi giapponesi.

CAGIVA-TEAM-85Team Cagiva 1985 Fonte: www.parisdakar.it.

In effetti in quel 1985, in cui la Cagiva per la prima volta si dedicò all’avventura africana, il binomio con la Ducati era appena nato, e dunque l’esperienza della Squadra già validissima nel mondo del Motocross ma su piccole cilindrate non riuscì a colmare il “gap” che si evidenziò subito rispetto alla affidabilità rocciosa delle concorrenti tedesche e giapponesi Maxi Enduro.

Ad onor del vero le “Elefant Ducati 750″ erano molto veloci grazie alla potenza del bicilindrico “Pantah” bolognese. Ma non garantivano tenuta e continuità. E così il pur plurivittorioso “Top Driver” Hubert Auriol si dovette sacrificare sull’altare dei collaudi. Che furono preziosi perchè negli anni successivi – passo passo – la Cagiva Ducati si afffina sempre di piu’ e sempre più si avvicina al “colpo grosso”.

In quel 1990, invece, in quella 12° Edizione Cagiva presenta uno squadrone: Edi Orioli, già vincitore nel 1988 ed il primo italiano a vincere, affiancato da altri due Big come De Petri e Arcarons, ed un Team ufficiale che negli anni Ottanta aveva vinto quasi tutto nel Motocross ed era tra i più competitivi nelle Piste. La moto, infine, era davvero affidabile, risolvendo le pecche che l’avevano tagliata fuori finora. Il motorone 904 cc della Ducati è un treno, e la struttura della moto deriva dalle tante esperienze acquisite.

E senza la Honda, assente in quella edizione, la Cagiva ha ben pochi avversari. Ed infatti l’arrivo a Dakar è un trionfo: Edi Orioli primo, De Petri terzo, Arcarons settimo. Ma con De Petri vincitore assoluto per numero di tappe vinte. Cinque, più vittorioso di tutti. Edi Orioli, che si era già ritagliato un posto nella storia vincendo l’edizione 1988, si ripeterà con l’edizione 1994, sempre con la Cagiva. Ma fu in quel bellissimo 1990 che sulla spiaggia di Dakar fu metaforicamente issata la bandiera italiana.

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Posted by Riccardo Bellumori

 

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