Alex: il “Desert Challenge” come l’ho visto io!!!

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Alex: il “Desert Challenge” come l’ho visto io!!!

Amici di Veicoli Blog, ho deciso di “portarvi dentro” in prima persona nelle magnifiche sensazioni che ho vissuto al “Sahara Desert Challenge” anzichè lasciarvi il semplice ruolo di lettori di un semplice resoconto, e per farlo Vi accompagno passo passo dentro l’inizio di questa avventura. Perchè come recita il grande Laozi “”Anche un viaggio di mille miglia inizia con un piccolo passo”

L’avventura ha inizio da un sito trovato quasi per caso : da poco possessore di una ktm “950 superenduro r”, un bestione di 200kg e 100cv…un mix BRUTALE, ma anche un amore a prima vista, avevo un solo desiderio, cioè fare di tutto per…..”conquistare” quella supermoto!
Fu così che una sera di Febbraio dello scorso anno, in cerca di qualche gara alla portata del mio portafoglio e delle mie capacità, capitai sulla pagina del Sahara Desert Challange : era quello che faceva per me, e io che non ero mai stato in Africa avrei avuto tutto il tempo sia per l’organizzazione, che per la preparazione fisica! Perchè quello che ci dimentichiamo spesso è che ogni viaggio è il risultato anche di quello che ci sta dietro. per cui mi misi in testa di prepararmi fisicamente alla grande!

 

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Una parte che molti dimenticano è quello che ci sta dietro ad un viaggio.

Decisi fin da subito di prepararmi al meglio fisicamente, perchè il vero piacere di guidare presuppone un livello atletico ottimale. Perciò mi iscrissi a Crossfit” e da lì ho capito, anche grazie al supporto del mio Coach Steny di Torino, perchè questa attività non è solo una moda….
Solo ora però mi sento di dire che ti dà veramente una preparazione completa. Quando ero lì nel deserto a tirare su e ritirare su la mia moto dopo ogni caduta pensavo solo ”Grazie Stany”. Mentre proseguiva la mia preparazione atletica, anche la mia amata a due ruote iniziava la sua: grazie a tanti amici (tra cui il magico Italo Gilardi , il concessionario che mi fece incontrare la mia amata) la moto prendeva forma! Lo so, forse ho un po’ esagerato con la preparazione, ma quando ami una cosa dai tutto te stesso in ogni attimo, ed ogni soldo in quei mesi precedenti alla partenza li spendevo in pezzi di ricambio, accessori per la moto, vestiario tecnico e ovviamente in benzina!

I mesi così sono passati velocissimi… ed in un attimo mi sono ritrovato a 3 giorni dalla partenza che non sapevo ancora come cambiare le gomme con le leve !!! Grazie a Dio il buon vecchio meccanico Italo (Gilardi), con tanta calma e in solo poche ore mi ha insegnato tutti quei trucchi che lui aveva imparato in tanti anni d’esperienza. E fu così che il 26 dicembre caricai la moto sul furgone in direzione Genova… E da quel momento partiva la mia magica esperienza, che gli amici di “Veicoli” Alessio e Riccardo Vi hanno descritto già abbondantemente. Permettetemi solo di descriverVi due momenti, quelli che non dimenticherò mai sul serio, perchè ve ne racconterò uno bello e uno brutto.

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Iniziamo dal brutto…

Un giorno di sterrato, dopo lunghi trasferimenti e un piccolo assaggio il giorno precedente, eccoci: il primo giorno completamente in off-road, con solo qualche piccolissimo trasferimento verso fine tappa!
Eravamo parecchio su di giri, era da giorni che tutti aspettavamo questo momento.
La notte era  passata velocemente e fin dal risveglio eravamo tutti molto carichi…Fu così che partimmo noi del nostro piccolo gruppetto… neanche pochi metri ed eravamo già nella sabbia, io personalmente non avevo mai affrontato fondi del genere… e devo ammettere che soprattutto nei primi km ho fatto davvero una fatica infernale prima di prenderci la mano.
In totale balia della moto continuavo a dare gas (mi è sempre stato detto che nella sabbia è l’unico modo per aver il controllo) eravamo in 4, un gruppetto agguerrito che aveva lo stesso passo: bastava un attimo di distrazione che passavi ultimo nel nostro gruppetto e il polverone che alzavano le altre tre moto non era di certo un invito a nozze…
Dopo neanche 30 km ci imbattemmo in una classica buca africana, complice la polvere e il sole alto ebbi solo il tempo di dare gas per saltarla.  Ovviamente la botta che presi sul posteriore mi indusse a fermarmi per controllare… fu così che dopo qualche centinaio di metri mi accorsi che i due dietro di noi erano scomparsi !!! Dovevo tornare indietro per vedere se gli era capitato qualcosa, e il mio presentimento si rivelò veritiero.
Vidi già da lontano quello che la mia mente aveva già prefigurato L la moto stesa a terra, un sagoma giaceva li dietro…
Corsi subito a prestare il primo soccorso con l’altro amico che era proprio dietro ad Raffaello. Subito temei per il peggio dal momento che la buca era circa una trentina di metri prima dell’impatto.
Ma subito Raffaello si alzò… sembrava essere cosciente ed era solo preoccupato per la moto.
Dopo qualche minuto iniziò a perdere la memoria entrando in loop.
Ecco questo momento non lo dimenticherò mai!
Prima volta in Africa, circondato dal nulla in paesaggi incantevoli. Raffaello che continuava a ripetere le stesse cose…Insomma sembrava di vivere in incubo.

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Il momento più bello…
Avevamo appena sbagliato strada, Stavamo costeggiando il mare su una strada sabbiosa ma parecchio divertente.
C’avevo preso la mano…e il mio superenduro sulla sabbia a velocità adeguate regalava il giusto feeling che andavo cercando… dove la mettevi lei restava, la sabbia era morbida e le carreggiate erano uno spettacolo. Stavamo andando a velocità sostenute, e presi dal piacere di guida non davamo retta ad altro!
quando finalmente imbroccammo la strada giusta… eravamo li, in un paradiso…una spiaggia deserta! A destra il mare, a sinistra le dune!
Penso di non aver mai provato nulla di simile… kilometri e kilometri di spiaggi deserta! incappavamo in stormi di gabbiani che al nostro passaggio si alzavano al cielo, rendendo ancor di più quel luogo qualcosa d’incredibile e incontaminato… i granchi correvano sulla spiaggia, sembravano usciti da uno dei film della Walt Disney,
Ragazzi, ancora adesso a rivivere quelle emozioni mi viene la pelle d’oca !!!!!!!!!!!!!!

(Testo e foto di Alessandro Broglia;

adattamento per il Blog di Riccardo Bellumori)

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