La Caduta degli Dei : E anche le Tedesche piansero (Seconda Parte)

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La Caduta degli Dei : E anche le Tedesche piansero (Seconda Parte)

Nella prima parte abbiamo brevemente accennato alla storia di alcuni passaggi critici dell’Industria automobilistica tedesca negli anni dal Dopoguerra fino ai primi ani ’60 con la vicenda “BMW/Isetta” Lo stesso Commissario che curò la ristrutturazione di BMW nel 1960 tuttavia non impedì il fallimento della “Borgward”, che ora è tornata in scena grazie ad una operazione “Made in China” ma che falli’ nel 1961.O meglio, nel 1961 la municipalità di Brema e il Governo tedesco ritirarono le garanzie su un prestito statale di 30 milioni di marchi. A quel punto la scelta fu di fallire o cedere il controllo allo Stato. Si scelse la seconda via. E come Commissario Statale di Borgward fu nominato Johannes Semler, che un anno prima appunto aveva salvato la BMW.

Tuttavia nel caso di Borgward, incredibilmente, si scelse la liquidazione coatta della Società e la vendita del Patrimonio. Si dice che lo stesso Alec Issigonis avesse proposto a BMC (British Motor Corp.) di acquisire il Gruppo, ma non se ne fece nulla. Peccato, perchè per la serie ed il numero di creazioni ed invenzioni promulgate dal suo Gruppo, riguardo a Carl F. Borgward (il fondatore) girava una domanda popolare, tra il divertito e lo stupito: “quest’uomo, in vita sua, avrà mai dormito?”
Nella crisi di inizio anni ’70 invece quasi tutti i tre Marchi tedeschi soffrirono, chi più chi meno, il problema energetico e l’inizio della questione ambientale. Mercedes e Volkswagen ebbero meno problemi certo di BMW (di nuovo) e soprattutto di Porsche, che nella seconda metà degli anni 80 attraversò un momento di crisi seria, al punto da far temere il peggio fino ai primi anni ’90. Nel frattempo la “NSU” un Marchio ormai dimenticato ma che (ad esempio) ha prodotto centinaia di migliaia di “Prinz”, era anch’essa sull’orlo del fallimento ma fece una fine a metà tra un fallimento ed una cessione alla Volkswagen. Quando invece la crisi investe proprio Volkswagen, che oggi sembra tornata sul punto di una crisi esistenziale dalla difficile uscita, siamo ormai nel 1993 : Vw annunciò un taglio del 30% di operai in Germania, a causa del protrarsi di una crisi cominciata alla fine degli anni ’90. All’epoca scordateVi la Qualità Totale, il mercato Premium, la “Golf” icònizzata. All’epoca erano i numeri che vincevano,e sui numeri di fine anni ’80 la Fiat era decisamente avanti al marchio tedesco in Europa. Ma il Laend della Bassa Sassonia, titolare del 20% di Capitale azionario,anziché lasciare che Volkswagen diventasse uno spezzatino in mano ad Investitori esteri operò una seria opera di “Moral Suasion” su Governo ed Opinione Pubblica per il salvataggio e la ristrutturazione del Marchio. In meno di 10 anni tra il 1993 ed il 2003 il Gruppo Vw raddoppiò le vendite, comprò Bentley ed inizialmente Rolls Royce (che dal 2003 passerà interamente a BMW), Lamborghini e Tatra. E divenne il Colosso che è oggi, al momento dell’esplosione del “Dieselgate”……
Riccardo Bellumori

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