Auto elettriche “Self Made”: l’eterno bambino che è in noi !

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Auto elettriche “Self Made”: l’eterno bambino che è in noi !

“Jamais Contente”: la prima auto a superare i 100 chilometri all’ora, nel 1899. Una auto da Record, e “Full Electric”, come si direbbe oggi. Il famoso Conte ed Ingegnere Camille Jenatzy aveva visto giusto, quando decise di creare un suo bolide a forma di siluro, con scocca in lega di alluminio laminato più tungsteno e magnesio, per quell’epoca rivoluzionario, mettendo all’asse posteriore due robusti motori elettrici  Postel-Vinay ,  200V / 124 Ampere e potenza complessiva paragonabile a 60 Hp circa di un motore endotermico. Il resto dei volumi interni ovviamente era occupato dalle batterie di alimentazione, a quel tempo grosse come comodini. Da allora ai giorni nostri l’auto elettrica è sempre stata così: un mix di ingegno ed artigianalità, un “ircocervo” mitologico a metà tra realizzazione casareccia e necessità di supporti e logistica di primo livello: riferito al mondo di oggi significa che a fronte del “Firewall” generato dalla disponibilità sul territorio di “punti di Ricarica” (soprattutto veloce) e di una evoluzione  costosissima dei pacchi batterie sul rapporto ingombri/durata, resta sempre il fatto assodato che il “cuore” di una auto elettrica deriva da quanto di meno nobile esiste al mondo.

Detto in parole povere e senza girarci intorno, insomma, la “mamma” di tutte le auto elettriche la trovate girandoVi intorno: o è un rotore derivato dai motori del Vs. usuale Ascensore; o nei casi più raffinati riprende gran parte della meccanica che equipaggia ordinariamente i Carrelli Elevatori elettrici di un comune magazzino. Delusi?

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Beh, mi sembrava doveroso dirvelo…..Di sicuro la cosa ha stuzzicato la fantasia di tanti creativi di casa nostra e non solo industriali. Infatti tra i Costruttori nazionali nel tempo le difficoltà hanno aguzzato l’ingegno e l’inventiva storicamente non ci è mancata. Anche nella ribalta dell’auto elettrica – esplosa negli ultimissimi tempi – in Italia abbiamo alcuni ottimi elementi di eccellenza, di artigianalità e ricerca nostrana. Alcune realtà le stiamo presentando di recente attraverso il nostro blog e rappresentano davvero un bel patrimonio tecnologico.

Quello che non mi aspettavo di trovare – soprattutto in Rete – è una miriade di siti e forum con proposte di veri mini-assemblatori, del tipo: «Prendi una vecchia auto con motore a scoppio (magari fuso) e invece di buttarla piazzaci un bel motore elettrico e via!».

Se cercate anche Voi in Rete trovate Forum agguerritissimi di appassionati pronti a dare consigli, schede tecniche, supporto progettuale. Più che altro la fantasia si scatena sulla “elettrificazione” di VERE E PROPRIE CARCASSE!!

Un esempio? Per non farsi mancare niente, in Rete ho trovato addirittura alcuni gruppi di acquisto adatti a cercare e prenotare l’auto elettrica da trasformare, o meglio la “carcassa” da trasformare in auto elettrica. Tornano nomi quasi dimenticati della produzione anni ’90 come i Bedford Rascal, i Piaggio Porter, gli Ape della Piaggio le prime Twingo della Renault del 1992/1995.

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Ma anche una produzione “Vintage” dove vengono descritte le attività su vecchie Fiat 500, 126 , etc…La Rete pullula di prototipi elettrificati artigianalmente e di informazioni tecniche su motori elettrici (il più gettonato, a me pare, è il Lynch-Lem 200. Se può interessarVi……), ma anche Inverters e centraline, pacchi batterie. Addirittura, tra le altre cose, ho letto di speciali ammortizzatori che col movimento ricaricherebbero le batterie stesse. Eppure….

Che l’argomento “Auto elettriche” sia di grande attualità non c’è dubbio. Persino con profili imprenditoriali nazionali di grande storia e prestigio. Nulla da dire, anche, sulla professionalità e cultura tecnica dei nostri tecnici. Come detto, la “base meccanica” è fin troppo nota ad artigiani Ascensoristi e a tecnici di Carrelli Elevatori. Ma mi ha colpito la diffusione di una opinione maggioritaria secondo la quale non c’è alcuna remora ad estirpare motore ed accessori da un’auto e calettare sul cambio un motore elettrico. Per altro, senza che io personalmente sappia cosa farsene di realizzazioni del genere. Settaggio ed eventuale immatricolazione  di un veicolo del genere comporterà costi e rischi troppo alti per un privato. Un veicolo elettrificato con le batterie peserà almeno il doppio dell’originale e avrà un dislocamento delle masse diverso.

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Oltre alla sicurezza di un mezzo drasticamente variato nell’assetto, coppia, trazione e freno motore, l’omologazione è d’obbligo e presumibilmente difficile da ottenere. Ottimizzare tutto questo non è così facile come reperire un’auto con il motore da buttare, non credete? Tuttavia, se siete tra coloro che hanno estirpato il motore fuso di una vecchia 500 per trasformarla in auto elettrica, fateci sapere come avete fatto e se funziona per davvero.

Pubblicheremo con molto piacere la vostra esperienza!! A Voi la parola, novelli Camille Jenatzy!!

(Immagini riprese dalla Rete e scaricate dai comuni Motori di Ricerca. Chiunque dovesse riconoscerne il Copyright è pregato di comunicare alla mail : info@veicoliapp.com per consentirci di indicarlo correttamente ovvero di rimuverle su richiesta da questo Articolo)

 

Posted by Riccardo Bellumori

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