Auto che hanno Fatto storia: Fiat Panda
Torino – La storia delle case automobilistiche è segnata da modelli che hanno riscosso grande successo e flop colossali. La Panda indubbiamente ha segnato indelebilmente la Fiat e oggi vogliamo parlare un pò di lei, di come è nata…della sua storia.
Il primo modello di Panda nasce nel 1980, sicuramente non un periodo facile per l’azienda torinese, dove, con la marcia dei 40.000 si raggiunse la massima tensione fra l’azienda, i sindacati ed i lavoratori. Era anche l’anno della strage di Ustica e della Fiat di Romiti.
La piccola utilitaria è la prima che prende un nome, tra l’altro derivato dal simboli dell’associazione WWF. Le auto prodotte finora avevano tutti nomi con sigle o numeri. Lei no, nome di un animale tenero per entrare nei cuori delle persone. Nata dalla matita di Giorgetto Giugiaro, la Panda è il primo progetto affidato ad uno studio esterno.
Lo studio parte dall’esigenza comune: serve un auto che non sia solo uno status symbol, ma dev’essere utile. Calata nella realtà. Una macchina che servisse davvero, non costasse troppo. Poca immagine e tanta sostanza.
Appena uscita le critiche calarono su di lei, ma il mercato rispose in senso opposto consacrandola come desiderio dell’Italia che lavora. Non era molto più ingombrante di una 126 ma era più alta, per questo alla prima occhiata appariva leggermente sproporzionata. La sua dedizione alla praticità lo si vede anche dai particolari interni, pochi ma funzionali…quello che serve, in più usciva omologata per cinque persone. La carrozzeria era studiata per rendere le riparazioni veloci ed economiche. Il paracolpi tutto attorno donava una certa tranquillità nei parcheggi cittadini per le eventuali sportellate. Lamiere a vista anche internamente per rendere più veloce la pulizia. Questi sono i particolari che l’hanno fatta amare subito. Ma passiamo al motore: la 30 aveva un bicilindrico 652 cc ad aria di derivazione proprio della 126, motore più che sufficiente per una macchina dal peso poco superiore ai 600 kg. Il prezzo? Intorno ai 4 milioni di lire.
Certo che guardarla oggi fa un pò strano, soprattutto per i più giovani, abituati ai mostri di potenza e design di adesso. Ma la Panda ebbe ed ha successo ancora oggi perchè riesce ad essere pratica ed offrire uno strumento di spostamento, lavoro funzionale, pratico ed economico.
La sua erede attuale a confronto della 30 sembra una supercar….già solo per i 30 cavalli, oggi praticamente uno scooter ha più cavalli.
Ruote da 135/80-13″ linee squadrate, ma anche tanta visibilità e versatilità; come non ricordare il modello 4×4, in grado di salire ovunque e con qualunque tipo di terreno, davanti a lei fuoristrada più rinomati si sono dovuti arrendere.
La prima serie ebbe una vita infinita, grazie al successo riscontrato, tanti anni e pochi restyling infatti se ne contano tre: uno nel 1986, uno nel 1991 e l’ultimo addirittura nel 2003. La seconda serie la troviamo nel 2012, ed ora siamo all’ultima versione che però non proviene più da quel concetto che riscosse tanto successo. Cambiate le esigenze cambiato il progetto e difficilmente si riesce a centrare per due volte di fila l’obiettivo.
Alessio Tirone.