JEEP : La storia vera di un Brand “a sua insaputa” (Parte Prima)

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JEEP : La storia vera di un Brand “a sua insaputa” (Parte Prima)

E’ stata una notizia ottima, di quelle che fanno piacere agli operatori del settore automotive di ritorno dalle Ferie : in Italia la produzione di auto nel primo semestre 2015 fa una crescita record. E a questo Boom si associa anche la produzione (in Italia) della “Jeep Renegade”.
Già, la Jeep: sembra quasi che questo Marchio ci accompagni da sempre. In tutto il mondo se dici “Cherokee” dici Jeep. Se pensi ad un prodotto tipicamente “Born in the U.S.A.” pensi a Jeep. Jeep è un nome che accompagna chiunque, appassionato o no di auto, abbia da “zero a 99 anni”….
Ma chi conosce davvero la storia, l’evoluzione del Marchio Jeep e – addirittura – cosa identifica il termine “jeep”?? E chi si aspetterebbe che, in fondo, il prestigio e la fama di questo “Brand” trae origine da una vita molto travagliata, da qualche “scheletro nell’armadio” e da qualche madornale svista?

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La Jeep identifica storicamente il marchio “Willys”, capostipite di tutti i produttori moderni di Fuoristrada, ed un prodotto – la “MB” – al quale anche la nobile “Land Rover” ha dovuto fare riferimento velato. Il Marchio in realtà è a sua volta opera di un genio: l’origine è in una Casa generalista, la inglese “Standard Wheel Company” (famosa per la produzione durante la II Guerra Mondiale del piccolo aereo incursore Mosquito) proprietaria di un marchio americano di automobili popolari, la “Overland”. Un giovane e geniale imprenditore, John Willys, cominciando da venditore dentro una concessionaria Overland, divenne prima proprietario della stessa, poi di alcuni Punti Vendita, e per finire scommettendo sul progresso del settore Automotive comprò la Casa nel 1907- quando questa stava per chiudere causa crisi – denominando appunto la nuova Società “Willys Overland Ltd.”. Willys morì nel 1935 e fino alla crisi del ’29 l’Azienda visse la “comune” vita di una Impresa Automotive. La svolta di questa avventura industriale avvenne “grazie” alla II° Guerra Mondiale : Willys partecipò insieme a tutti i produttori americani ad un Bando dell’esercito che cercava un veicolo multi – purpose poco costoso, in grado di trasportare le truppe in ogni terreno e fronte di guerra, alimentabile con diversi tipi di benzine, leggero per il trasporto aereo e “paracadutabile” dal cielo. Le specifiche e la struttura del veicolo le dettò l’Esercito stesso, attraverso il progetto del cosidetto ” Quartermasters Corp
Alla fine delle selezioni, nel 1940, non fu però la Willys a vincere, come si potrebbe pensare, ma la BRC 40 (nomignolo “Blitz Buggy”9 della Bantam Motor Corp. Progettata da  Karl K.Probst la BRC derivava da una scocca della Austin (la antenata delle Jeep americane che nasce da una auto Inglese, uno smacco per l’ex colonia dell’Union Jack…), tuttavia nonostante la primogenitura la Bantam non aveva la capacità produttiva per garantire la produzione minima richiesta e fu “estromessa” con la eccezione un po’pretestuosa che la “Buggy” non rispettava il peso massimo di 600 Kg. richiesto. Furono percio’ richiamate Ford e Willys, a cui “piratescamente” lo Stato Maggiore fece pervenire i disegni di progetto della Bantam perchè – riteneva – erano brevetti di utilità nazionale e dunque di proprietà dell’ Esercito. Quindi, per dirla tutta, Bantam fu elegantemente turlupinata….La guerra è guerra, indubbiamente, ma l’dea che la povera American Bantam fosse stata usata come mero benchmark diventerà tutt’altro che peregrina da allora…..

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Alla fine, tuttavia, sia Ford che Willys rielaborano il progetto Bantam per “adattarlo” alle proprie catene di montaggio, da qui la caratterizzazione molto personale della “MB” Willys.
Il fuoristrada MB sarà prodotto in 600.000 pezzi per l’Esercito, più una serie di “CJ” (Civilian Jeep)  per l’immatricolazione ad uso stradale.
L’origine del nome “Jeep” è a sua volta un mix di leggende e mistero, un po’ come l’ingrediente segreto della Coca Cola. Nessuno ha davvero la prova fondata dell’origine di questo nome. Una sola cosa è sicura: il progetto del veicolo ed il soggetto del Bando proposto dall’Esercito contemplavano il termine “G.P.V.” (General Purpove Vehicle). La “gergalizzazione” della pronuncia americana (da “geiiipiviiii” a “giiiipiii”….) non spiega tuttavia del tutto come si sia potuto congegnare un neologismo come “Jeep”. Due le versioni, a vostra scelta e gradimento.Per la leggenda vanno bene allo stesso modo:
1) Sarebbe stato un giornalista, tra quelli presenti all’incontro tra la Stampa e l’esercito per far conoscere il nuovo mezzo delle truppe, ad aver confuso il nome del veicolo – come lo sentiva pronunciare – e ad aver trascritto “jeep” per primo nel resoconto sul suo Giornale;
2) Sarebbero state le truppe americane, cui venivano distribuiti i fumetti di “Popeye” a ribattezzare la loro “pupilla” con il nome di “Eugene the Jeep”, un personaggio di quel fumetto……Contrariamente a qualunque delle due precedenti ipotesi, il nome “Jeep” sembrerebbe in ogni caso essere stato adottato proprio dai vertici militari per criptare le comunicazioni Radio e cablo, identificando con “Jeep” i convogli in passaggio nelle terre occupate, convogli che avevano a capo spesso una “jeep”. Quale sia la verità, ogni ipotesi è comunque affascinante.
Ecco dunque, anche per chi conosceva la storia, aver ricordato il primo “scheletro nell’armadio”, cioè il fatto che Willys e Ford per tramite dell’Esercito americano………. fecero le scarpe alla Bantam……… Pochi però forse ricordavano che l’Esercito si approvvigionò nella II° Guerra sia di Willys, sia di Ford (che finì per produrre un clone della Willys) che comunque di qualche “Bantam” che fu cooptata per integrare i volumi necessari e per produrre Rimorchi e accessoristica. E per tutta la Seconda Guerra Mondiale, consacrata dai reportage fotografici e filmati delle forze americane ed alleate (poichè la Willys MB venne distribuita un po’ dovunque) la “Jeep” comincia a diventare un’icòna.
(Segue alla Seconda Parte)

Riccardo Bellumori

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