L’auto elettrica di massa ? Una bellissima utopia occidentale (Parte Terza)

  • images

L’auto elettrica di massa ? Una bellissima utopia occidentale (Parte Terza)

Leggendo quanto scritto nella prima parte (https://blog.veicoliapp.com/news/lauto-elettrica-di-massa-europa-e-solo-utopia/ ) e proseguendo nella seconda  ( https://blog.veicoliapp.com/news/lauto-elettrica-di-massa-europa-e-solo-utopia-parte-seconda/ ) credo di aver sinteticamente rappresentato gli elementi “socio-economici” che a mio parere ostacoleranno la diffusione “di massa” nei mercati occidentali dell’auto elettrica.

Ora una riflessione sull’elemento “culturale” che non è assolutamente meno importante : la percezione del Brand e l’abitudine di uso ed acquisto, nei mercati occidentali, della cosidetta “auto convenzionale”.

18821795-segnale-di-stop-ad-un-passaggio-a-livello-boemia-del-sud

Auto elettrica e nuova concorrenza : non passa lo straniero?

Lo sviluppo industriale e l’impatto commerciale dei principali Marchi Auto, in Occidente, segna un percorso – a diverse tappe – lungo un periodo che per la maggior parte è vicino o superiore al secolo di vita, in una evoluzione parallela tra innovazione tecnologica e percezione del Marchio che oggi ci è nota e che fondamentalmente costruisce la attuale “segmentazione” del Mercato ed il posizionamento tra i diversi Marchi.

E per quanto “libera” si possa considerare oggi l’economia di mercato in Occidente, questa attuale “segmentazione” e questo “posizionamento”  costituiscono, per assurdo, una condizione “di sicurezza” maggiore del rischio che i Marchi Auto vivrebbero nel mettere a repentaglio “l’ordine costituito” a causa dell’arrivo sul mercato di una tecnologia piuttosto “livellante” come quella elettrica. Dove, tra l’altro, come abbiamo scritto precedentemente i Competitors orientali potrebbero davvero risultare temibili per le “gerarchie” precostituite. Ma non solo.

L’attuale competizione tra Marchi e Brands, all’interno di segmenti di mercato strutturati ed organizzati secondo una differenziazione “classica” delle categorie di modelli e motorizzazioni, si struttura secondo Skills e valori teconologici ed emotivi che sono stati costruiti all’interno di cicli produttivi complessi, dove la catena della subfornitura ed i processi di Post Vendita sono via via stati improntati ad un livello qualitativo ed a standards che al momento attuale raggiungono quasi la perfezione. E dove il controllo del Marchio “Committente” è assoluto e predominante.

Mercato auto : nascere Marchio, crescere Brand, morire “Provider”?

Anche nel periodo più recente, dove la suprema tecnologia meccanica “tradizionale” (peculiare di ogni Marchio) si affianca – per esigenze commerciali – a Fornitori esterni per la telematica e l’elettronica (leggasi Auto sempre connnesse, Guida autonoma, etc…), nessun Marchio rischia di essere scambiato dal mercato come un “provider” in quanto nè “cede” la propria predominanza nell’offerta commerciale al Cliente; nè tantomeno pur assumendo in sè il rischio di errore o disservizio di un fornitore, determinerà un disvalore totale della suddetta offerta totale  in presenza dell’elemento forte della stessa, cioè il suo proprio prodotto auto che o potrà essere successivamente corroborato od integrato delle previste dotazioni elettroniche / telematiche senza tuttavia snaturare la qualità e il valore intrinseco dell’automobile (il esempio canonico che mi viene in mente ? con l’auto sempre connessa nessun Marchio “X”di Auto potrebbe subire lo “snaturamento” o la “svalutazione” del proprio modello o del proprio Marchio in caso di malfunzionamento delle applicazioni supplementari). Ma ancora di più : nel campo delle auto a meccanica “tradizionale” attuale (benzina, Gas, Diesel) neppure i Fornitori di materie prime essenziali (Carburante per esempio) viene mai visto come un anello della stessa catena di offerta del “prodotto auto” . Ad esempio, quale Marchio di auto a meccanica tradizionale potrebbe essere malauguratamente associato al disservizio di un distributore di benzina (acqua nel carburante, per intenderci)? Eppure il disservizio di quel Distributore potrebbe portare in estrema ratio alla rottura meccanica della nostra auto…..

Ora pensate ad un sistema integrato “Marchio Auto elettrica+fornitore Batterie+ Fornitore Punti di ricarica+ Fornitore telematica di servizio”: in questa catena integrata, all’occhio ancora impreparato dell’automobilista contemporaneo, l’unico riferimento noto o di interesse è il Marchio di Auto.

Gli altri Fornitori, noti o meno, corrisponderebberono ad un campo di esperienza diversa - probabilmente – dal settore Automotive. Molto facile dunque, in prospettiva, che di fronte ad una falla in uno o più passaggi della catena integrata sopra elencata, l’Automobilista possa scambiare il proprio Marchio quale “provider” di servizi legati ad una tecnologia ancora poco nota ai più. Con il rischio, dunque, che su grandi numeri (appunto “di massa”) questo tipo di “service providing” finisca per essere (prima della stabilizzazione della catena) di difficile gestione, portando per conseguenza un pregiudizio all’immagine del Costruttore Auto.

carsharing

Auto elettrica = fine della proprietà individuale?

Il mercato Auto – in buona parte del mondo Occidentale – è cresciuto di pari passo con il concetto di “proprietà individuale”. L’auto e’ sempre stata vista come un patrimonio personale o familiare, e come tale ha guidato anche la dinamica di sostituzione e di rinnovo. A fianco dell’acquisto convenzionale è cresciuto, ma senza mai sopravanzare, lo strumento del “Noleggio”. Nel prossimo futuro, vista la domanda ormai consolidata di veicoli monovolume multiposto; vista la attuale abitudine di uso “responsabile” della propria auto (utilizzo affiancato a trasporto pubblico o a mezzi a due ruote), e date le peculiarità tipiche della tecnologia elettrica, cosa impedisce di pensare che in caso della sua diffusione di massa, la prerogativa della proprietà individuale possa cominciare a rallentare nelle aspettative del Cliente finale, a beneficio di strumenti in piena crescita come lo Sharing ed il Pooling? Immaginate le conseguenze più dirette e probabili, una su tutte: la riduzione dei pezzi annuali immatricolati. Sarebbe un vantaggio, per molti ?

 

Posted da Riccardo Bellumori

About the Author

The Author has not yet added any info about himself