Dottor John e Moto Guzzi. Una favola americana
Questa storia potrebbe essere raccontata a Natale, perchè è a lieto fine e perchè sembra proprio una fiaba.
C’era una volta un dentista, in America. Si chiamava John Wittner. E c’era una volta un Marchio di moto, la Moto Guzzi. Anzi, c’è ancora oggi, ma proprio 50 anni fa questo Marchio aveva creato un motore rivoluzionario, un bicilindrico a V con i cilindri belli esposti ai lati anteriori della moto.
Un motore bello da vedere e molto efficace. un motore intelligente pure per le corse. Che però nacque in un periodo di forte difficoltà per la Moto Guzzi. Perchè prima ci fu uno stato di crisi, intorno alla fine anni ’60. E poi intervenne il Gruppo De Tomaso ad acquistare la Casa di Mandello del Lario. Da quel momento De Tomaso – per fare concorrenza diretta ai giapponesi – si appassionò ad ogni tipo di frazionamento di motore motociclistico: proprietario anche della Benelli , De Tomaso fece uscire motori a due, quattro, persino sei cilindri. E il semplice “V2″ restava al palo. Anche se nella metà degli anni Settanta la Moto Guzzi creò la “Le Mans” 850, all’epoca la bicilindrica più veloce del mondo.
Il Dottor John Wittner, in tutto questo frattempo, era un brillante dentista di Philadelphia e da appassionato di moto aveva nel suo bel Garage diverse moto, soprattutto Harley e Guzzi. Comprata una Le Mans nel 1981 come quella sopra, la elabora pazientemente e con le sue sole forze per partecipare al Campionato Endurance americano nel 1984.
Da quel momento il sodalizio tra il Dentista ed il Marchio si mette alla prova sul serio: sempre privatamente decide di partecipare ad una gara mitica in quei tempi in America: la B.O.T. T. (Battle of the Twins) nella quale già dal 1986 anche un’altro Marchio italiano, la Ducati, si faceva valere.
La cosa incredibile, in tutto questo, era che la Moto Guzzi non aveva una sua vera e propria divisione Motorsport o una propria Squadra Corse Ufficiale, ma si riferiva unicamente a dei Teams privati, e John Wittner era uno di questi. Ma finì per diventare il più prestigioso dei Teams che difendevano i colori di Guzzi in quel periodo.