Ducati 750 F1. Te la do’ io l’America

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Ducati 750 F1. Te la do’ io l’America

B.O.T. ovvero :Battle Of the Twins. Un Torneo mitico che nacque in America, patria delle Harley Davidson, quasi a voler creare una riserva di caccia per le bicilindriche di Milwakee e per le vecchie moto inglesi che dalla metà degli anni ’70 – a causa dell’esplosione del fenomeno giapponese – entrarono in crisi commerciale e presto anche di identità.

Un  torneo di “contorno” a gare più celebrate come la 200 Miglia di Daytona, che però si costruì ben presto un pubblico e un seguito di tutto rispetto. In quel torneo i protagonisti erano per lo più Piloti e meccanici privati che nel garage sotto casa trasformavano moto da strada per portarle in Pista.

Immaginate lo stupore dunque quando nel mezzo degli anni ottanta dentro questo ambiente piombarono contemporaneamente un Marchio Costruttore (la Ducati), una delle Squadre da corsa più vincenti del periodo (la Cagiva), e marco Lucchinelli, un Campione del Mondo della cosidetta “Classe Regina” poi diventata MotoGp . E tutto questo “ben di Dio” per accompagnare una moto, la Ducati 750 F1, che era il primo vero prodotto da corsa della Ducati dentro al Gruppo Cagiva che l’aveva acquisita poco prima.

Attenzione, però a non tirare subito conclusioni sbagliate : nonostante l’apparenza “casareccia”, gli Yankees giocavano a casa loro, conoscevano palmo per palmo i loro circuiti, e soprattutto la concorrenza Harley Davidson “cubava” quasi il doppio della cilindrata della piccola 750 Ducati.

Ducati 750 F1 – in ogni caso – era in realtà la “metafora” stessa del connubio tra Ducati e Cagiva: la tradizione tecnica e sportiva della Casa di Borgo Panigale e la brillantezza “modaiola” della Casa di Schiranna, la Cagiva. Sulla base delle esperienze in anni di Gare, la Ducati aveva perfezionato un gioiello da Pista, la Ducati “TT” da 750 cc (raffreddamento ad aria, due valvole per cilindro ma quasi 90 Cv, dotata di telaio NCR perfetto e di componentistica di eccellenza (Marzocchi, Brembo, etc..) ma la Cagiva aveva ideato il giusto “vestito” dando alla moto una carenatura bellissima e tra l’altro tricolore.

E con quella moto la Cagiva Ducati si era iscritta al Campionato “F1” (l’attuale Superbike) con risultati eccellenti. La sfida amnericana fu abbracciata dai vertici di Casa Cagiva dopo una serie di “puntate” precedenti in cui comunque si capì che la moto bolognese non avrebbe sfigurato di fronte a quelle che venivano definite “The Lucifer’ Hammers” cioè le Harley.

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La Ducati 750 F1 che già inanellava vittorie in Europa nel  Torneo “F1″  con Virginio Ferrari che divenne Campione Italiano della Specialità nel 1985, fu il cavallo di battaglia con cui Marco Lucchinelli (Lucky per gli amici) -il campione di Ceparana a La Spezia che riportò il Mondiale in Italia dopo Agostini – gettò la sfida agli americani, vincendo a Daytona, ma anche ad Imola. Ecco in questo Link il  video della vittoria di Lucky a Daytona 1986.

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Lucky brinda alla vittoria di Daytona 1986. Copyright: www.ducati.it

Ma com’era questa creatura Ducati, che vinse anche a Laguna Seca, al Montjuich e dalla cui evoluzione (e grazie all’adozione delle quattro valvole per cilindro) nacque la mitica “851″ del 1987 ? Un telaio geniale in Chrom-Molibdeno, componentistica di qualità:  Marzocchi le sospensioni, Brembo i freni, Oscam i cerchi. Il motore era il classico “pompone” Ducati, il Big Block Pantah che fu prodotto a partire dal 1978 e che superò il pur celebre “900″ che vinse con Mike Hailwood il 2 Giugno 1978 all’Isola di Man.

Un motore generosissimo e infinito, che con la celebre distribuzione desmodromica e il disegno perfetto fu per anni il bicilindrico piu’ potente del mondo ed un simbolo del Made in Italy che vinceva.

Quasi trent’anni dopo, ancora molti americani ricordano con stupore quando un certo “Luc’i’nali” (Lucchinelli) superava in fondo rettilineo a Daytona la “Lucifer’ Hammer” come se fosse una bicicletta….

Ah!!! Per la cronaca : io la Ducati 750 F1 l’ho adorata e l’adoro da 30 anni. Non esiste moto migliore al mondo, dentro al mio cuore. L’amore di una vita……Per questo ne ho scritto, ora. Perchè spero che Ve ne innamorerete anche Voi.

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Posted by Riccardo Bellumori.

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