Mercato Auto Premium, la Cina si avvicina. Anzi, sorpassa l’Occidente. (parte prima).
Fondamentalmente il “segmento Premium” lo hanno inaugurato loro, le tedesche.
Era la fine degli anni ’80, il prestigio passava dai singoli modelli di auto ai Marchi, e chi si dimostrava capace di rappresentare meglio valori intrinsechi e tecnologici abbracciando più efficacemente la disciplina della “Qualità Totale” diventava un “Brand”. Di fronte alla forza finanziaria del Marco tedesco e alla potenza industriale della Germania riunificata le Case tedesche in quell’epoca misero il “turbo” e via via conquistarono posizioni in Europa ed America, reinterpretando il segmento del “lusso”. Ecco nascere poco a poco il giardino dell’Eden dei Brand Premium tedeschi, che relegava praticamente quasi tutte le altre vecchie glorie a metà tra “generalisti” e “indefiniti” .
Questa la storia in estrema sintesi.
Da pochi anni a questa parte tuttavia lo scenario è un po’ cambiato: nuovi e vecchi protagonisti presenziano il settore molto agguerriti, ma soprattutto il Segmento Premium si è arricchito di nuovi e più complessi “plus”, tra cui ad esempio l’ecologia (l’arrivo di modelli elettro/ibridi); l’evocatività di Marchi e “Griffe” dal significato storico molto accentuato (un esempio contemporaneo su tutti “DS” e “Vignale”); o il supporto massiccio del mondo Internet (la connettività ma anche le piattaforme per la configurazione o l’ordine dell’auto prescelta).
Tutto questo sempre nell’unica ottica fondamentale per il Target potenziale : distinguersi.
In tutto questo fino ad ora la Cina è stata presente “fisicamente” con partecipazioni azionarie importanti in Daimler (anche in Peugeot che tuttavia è un Marchio tuttora generalista) come nella proprietà di Volvo (tornata a pieno titolo protagonista come Brnad Premium) e Saab che al contrario non sembra rivedere la luce.
Per tutto il resto l’Industria cinese si è mossa prevalentemente in un ruolo di investitore : soprattutto dopo la crisi Lehman Brothers alcuni Gruppi Industriali e Ventures Capitals cinesi hanno acquisito Marchi, Know How, o semplicemente i diritti di parecchie realtà passate o attuali del settore Auto. I casi più noti sono ovviamente Rover (Roewe), MG, De Tomaso, ma non dimentichiamo Fisker partecipata dal colosso Wanxiang. Tanto per iniziare.
Ed ecco però che alcune novità preannunciate nel breve periodo sia in Europa che dunque in Italia, sono davvero dimostrazione che i cinesi sono ormai in grado anche di inaugurare o anticipare tendenze e metodologie innovative, soprattutto perché stanno per arrivare in Segmenti molto in espansione (Segmento “C” e “Ammiraglie”) e soprattutto con la tipologia di auto più interessante in questo momento : il SUV.
Io provo ad elencare le anticipazioni più eclatanti “rinominandole”:
A) MG e BORGWARD : il “Low Cost” anche tra le Premium?
SAIC (Shanghai Automotive Industry Corporation) terzo Gruppo produttore cinese di autoveicoli, nel tempo ha fatto shopping. Per prima ha acquisito il Marchio MG – scorporato da Rover i cui diritti sono stati mantenuti all’epoca dalla Ford costringendo il Gruppo cinese a rinominare la Gamma prodotta con il marchio “Roewe” – e localizzando di nuovo gli Stabilimenti e la rete della subofornitura a Longbridge (GB) sede storica del Marchio sportivo; la cui vocazione chiaramente è cambiata dopo l’acquisizione da parte di un colosso non solo “generalista” ma attento ai grandi numeri.
Ecco perché la nuova Gamma del Marchio propone berline più familiari che sportive. Di queste la più papabile per i mercati internazionali sembra essere la “GS”, un SUV di taglia media, tipica del Segmento “C” così in espansione anche negli anni della crisi. La proposta di MG nel complesso offre un carattere sportivo legato alle motorizzazioni ed agli allestimenti, ma la forza del prodotto sembra essere proprio il prezzo a fronte di un Marchio così evocativo: a ben vedere, nel mercato europeo un prodotto del genere non si era ancora visto. (Segue alla seconda parte)
(Fonte e Copyright immagine MG SAIC : Sito ufficiale della Casa. Copyright immagine di testata: immagine ripresa dalla Rete)
Riccardo Bellumori