Guerra globale al Diesel. Nel segno dell’ecologia? No : di Franz Kafka.

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Guerra globale al Diesel. Nel segno dell’ecologia? No : di Franz Kafka.

Questa ultima notizia è la bordata più recente – a livello internazionale – al motore Diesel: il Tribunale Amministrativo Federale a Lipsia ha sentenziato che le Municipalità tedesche, e dunque non esclusivamente il Governo Federale, possono adottare – immaginiamo temporaneamente – misure di divieto alla circolazione delle auto Diesel nel caso che la qualità dell’aria peggiori.

Soltanto poche ore prima FCA, buon ultima di una finora piccola serie di Marchi in vena di “Outing ecologico”, annunciava la sua probabile rinuncia al Diesel per il 2022.
Inutile richiamare alla memoria lo scandalo del Dieselgate : Avevo già scritto sul nostro Blog dell’ assurdità dei parametri inquinanti dichiarati in sede di omologazione dalle Case Costruttrici.

Il mercato Diesel e la folle corsa dei Records

Oppure inutile ribadire l’assurdità della sfrenata progressione tecnica e prestazionale del Dieselin un tempo quasi dimezzato rispetto alla storia del motore a benzina  : il diesel è passato, in meno di 50 anni, da motore per veicoli commerciali a fonte di risparmio delle prime auto di grande serie (durante la crisi energetica dell’inizio anni ’70), e da compagno di lavoro insostituibile di professionisti, artigiani e rappresentanti fino al completo sdoganamento con l’adozione del common rail e l’estensione di gamma da  1,0 / 1,2 lt. fino quasi 4,0 Litri di cilindrata.

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Tanto è vero che in Europa il Diesel è passato da meno del 10% di immatricolazioni negli anni ’80 a superare la concorrenza del benzina.Fino alla storica vittoria dell’Audi “R10 TDI” alla 24 Ore di Le Mans!

Una progressione vincente che ha del miracoloso: un costante calo dei consumi dichiarati, rispetto dell’ambiente ed escalation di potenza, visto che in circa 25 anni il diesel è passato da una media di 50 Cv/litro al’esatto doppio.
Il giocattolo però si è rotto – appunto – a metà settembre 2015, non solo per lo scandalo Dieselgate in USA, ma soprattutto perchè, per la prima volta, al salone di Francoforte 2015 le maggiori novità presentate dai Marchi premium non furono come tradizione delle Diesel ma al contrario elettro/ibride . Ve lo ricordavate questo particolare?

Quel Salone di Francoforte 2015, dove tutto era già scritto…..

Ed anche se la coda dello scandalo Volkswagen metteva in crisi proprio i capisaldi del profilo del diesel ( consumi ed emissioni ) io credo ancora che il filo rosso che lega questa marcia indietro quasi collettiva lo abbiamo evidenziato sempre noi sul nostro Blog, con il mio pensiero legato alla situazione del mercato attuale, e la distruttività potenziale di una guerra combattuta da troppi attori dove nessuno è più destinato a vincere .

E se all’inizio ci saremmo aspettati una marcia indietro solo dei Costruttori “minori” in tema di Gasolio, l’annuncio di FCA risuona come un terremoto, sia perchè il Gruppo – su questo tipo di motore – da diverso tempo ha fatto grandi numeri, sia perchè l’effetto della decisione colpirebbe in primo luogo la VM di Cento, di cui nel 2013 l’Ex Fiat è divenuta proprietaria al 100%.

Davvero tutto ciò sembra possibile?

Per contro, oltre al recente lancio sul mercato della super Diesel “Bentley Bentayga” che presenta un TurboDiesel di rara tecnologia, ci sono le dichiarazioni del CEO di Daimler, Dieter Zetsche, il quale ha ribadito la fiducia del Gruppo nel motore a Gasolio.

 

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Parola d’ordine : Selezione ?

E allora, se alla fine di tutto questo terremoto il risultato (voluto) fosse esclusivamente una traumatica selezione del mercato, preparata attraverso una vera e propria infornata di ulterioriUpgrades tecnologici ed evolutivi da parte dei Marchi più “pesanti”a livello, con ad esempio una deriva mortale sui valori residui del Parco circolante e dell’ordinato dei Players minori, tanto per ricercare l’effetto di estrometterli automaticamente o – peggio – di abbatterne il valore industriale e patrimoniale (leggi : fusioni e acquisizioni) ?

Pensiamoci su. Il Mercato Auto, ricordatelo, è uno dei più conservatori del mondo industriale.

E come asseriva Kafka : “ Da un certo punto in avanti non c’è più modo di tornare indietro. E’ quello il punto al quale si deve arrivare”.

 

Posted by Riccardo Bellumori

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